top of page

10 fatti che "Madò ibbasket, regaz!"

Meh, dato che stasera quelli dell' RBL Night Live fanno la puntata subbasket, l'équipe di astrofisici del Massachussets Institute of Technology di "Sundries" (che poi saremmo proprio noi medesimi) ha deciso di scrivere questa cosa qui che puoi leggerla anche se non hai fatto la tesi di laurea sull'alley-oop.

Insomma, 'na cialtronata come al solito (aritanghete).


10. Quel signore d'altri tempi di Swaggy P che, di fronte a frotte di telecamere, microfoni e giornalisti, a proposito del panettone di Iggy Azalea dice: “What I’m gonna do with this shouldn’t be legal”. MAESTRO JEDI.

9. Minchia le sneakers.

8. Le pubblicità della Air Jordan, che gasano più dell’Ovomaltina coi Cheerios. Belìn, cara!

7. Gli All-Star Games (quelli venuti bene, almeno).

Quand’ero piccolo non avevo Sky (che poi Sky manco esisteva, all’epoca ci stava ‘u Teleppiù, però non lo tenevo lo stesso), sicché le uniche occasioni per vedere il basket in tv erano nell’ordine le seguenti: la serie A1 nel week-end e NBA Action (tutti i sabati pomeriggio). Pur essendo essendo geneticamente tifoso dei Lakers e per affinità elettive dei Golden State Warriors, intorno agli 11-12 anni simpatizzavo molto per i Toronto Raptors di Vince Carter, più che altro per ragioni genealogiche (nonno vissuto per 12 anni in Ontario e poco ci mancò che venissi fuori Canadese, pensa un po’; non che essere un terrone torinese presenti tutti questi comfort, eh). Ecco, l’11 Febbraio 2000 il sig. Vincenzino Carrettiere regalò agli annali una delle migliori tre gare delle schiacciate della storia (le altre due, se volete la mia, sono la LaVine-Gordon ’16 e Jordan-Wilkins ’88).

Comunque la cosa migliore di tutto il circo dell’All-Star Weekend, a mio parere, è senza dubbio il pollo fritto.

6. Le esultanze.

Un tempo il dominatore assoluto in fatto di festeggiamenti clamorosi era il calcio (ma ve lo ricordate Ravanelli, cazzo? Ma gli attacchi di coliche renali che partivano a Super-Pippo Inzaghi ad ogni gol? Er Pupone col pollice in bocca che mi pareva Mastrandrea nel video der Piotta quando parla dei tre capisaldi da’ vita, nello specifico da’ mortazza?). Dagli anni 2000 in avanti il basket americano ha recuperato moltissimo. Ma moltissimissimo, ragazzi.

5. I colpi di follia del Poz.

Dagli assist mirabolanti da giocatore (portandosi dietro un’intera generazione di giovani discepoli playmakers), alle camicie strappate a bordo campo da allenatore, alle conferenze stampa lanciando cose.

Grazie, Poz.

4. Le paccottiglie pacchiane che, considerando l’intera popolazione terrestre, solo i giocatori di NBA potrebbero comprare. E infatti, come smettono di giocare, spesso e volentieri rimangono in brache di tela. Però, comunque, vuoi mettere fare come Chris Singleton (1,5 mln $/stagione) e spendere 10 mila bigliettoni per comprare 5000 gratta&vinci al tabaccaio sotto casa?

3. Le gemelle Gonzalez. Non trovo le parole, amici.

2. Steph Curry e i Golden State Warriors delle ultime tre stagioni. Hanno rivoluzionato il modo di intendere il basket. Punto.

P.S.: Secondo me erano forti anche i Warriors del “Barone” Davis, ma vabbuò, erano bravi e simpatici, ma tra scazzottate, sweet pussies e l’incapacità di darsi una regolata in campo non hanno mai vinto nulla e così se ne sono dimenticati un po’ tutti.

1. Le Finals ’98 di Jordan | Bryant eternamente da solo sull’isola | La lettera di addio al basket di Kobe.

Il primo posto è sempre difficile e questo è particolarmente ‘na paraculata, lo so, checcepuozzofà.

Post in evidenza
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
Non ci sono ancora tag.
Seguici
  • Facebook Basic Square
  • Twitter Basic Square
  • Google+ Basic Square
bottom of page